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DIPARTITA DI UN AMICO FEDELE

A volte mi sono chiesto perché la vita dei cani è così breve e sono convinto che questa sia una forma di compassione nei confronti della razza umana; perché se soffriamo così tanto quando dobbiamo separarci da un cane dopo aver vissuto con lui dieci o dodici anni, cosa succederebbe se vivessimo con lui il doppio di questo tempo?

(Walter Scott)

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  • Caro cacciuttiello (come ero sovente chiamarti) avevi visto la luce il 09 dicembre 2006, in una fredda serata Beneventana, con altri tre fratellini, perciò Laura e Manfredi, per non farvi soffrire vi portarono in casa. Da allora hai sempre vissuto con il calore di una famiglia. Delle tue origini so che sei discendente di un nobile Inglese, infatti tuo nonno era un Jack Russell, bravissimo cacciatore di Volpi addestrato a correre nelle praterie della Gran Bretagna, davanti ai cavalli, ma sebbene il suo scopo era quello di scovare le volpi, la sua indole non era cattiva e quindi non le faceva del male. Erano gli uomini, poi, che per la loro misera soddisfazione, le facevano ben altro. Per fortuna tuo nonno venne in gita nella capitale del Sannio, Benevento, dove conobbe tua nonna. Il tuo papà, invece, ebbe la fortuna di conoscere SUSINELLA ed ecco il germogliare di una splendida cucciolata tre maschi due pezzati bianco nero, uno marroncino ed una femmina tutta bianca, eravate dei meticci, ma sempre di origini nobili anglossassone. A Natale 2006, Benedetta ti vide e disse alla zia Laura che quel cucciolino bianco e nero, il più piccolo e vivace era già il suo e sarebbe ritornata a prenderlo a febbraio in occasione del suo compleanno. Da allora ti battezzò con il nome di ONAR, che in greco significa SOGNO.

    E’ giunto il momento per confessarti che non volevo cani in casa, ma non per te!!! Semplicemente perché ero rimasto scioccato dalla dipartita di GAUNER, il mio pastore alsaziano, che era stato mio amico fedelissimo sulle sponde del Lago di Como.

    L’insistenza di Benedetta ed il fatto che da qualche mese di c’eravamo trasferiti da Assisi ad Ascoli Piceno ed in quella città non conoscevamo nessuno e, quindi, per lei saresti stato una compagnia, mi convinsi.

    Prenderti con noi fu una fortuna, perché la tua presenza risollevò il morale della famiglia, che in quel periodo era piuttosto giù.

    Giungesti ad Ascoli Piceno, il 25 febbraio 2007 e da subito diventasti il padrone di casa. Mi ricordo quando per la prima volta vedesti la tua immagine riflessa allo specchio e ti mettesti ad abbaiare forsennatamente e scappare lungo il corridoio di casa. E prima di farti capire che era la tua immagine continuavi ad abbaiare e correre verso lo specchio.

    Non potrò mai dimenticare il primo spavento che ci facesti prendere, quel giorno di giugno, quando ti accasciasti a terra esamine e per salvarti ti portai in ambulatorio con una folle ed il Veterinario ti salvò.

  • Il giorno 11 settembre 2007 ci trasferimmo a Grosseto ed anche qui hai riempito la casa di gioia.

    Ringrazio Dio per averti Creato, per averti fatto venire nella mia casa, ma non capisco perché ti abbia richiamato a se quel tragico 08 giugno 2011. Alle ore 15.10, davanti alla MABRO, per mano di uno sprovveduto automobilista con una FIAT PUNTO GRIGIA, forse impegnato a vedere altro e non un cagnolino che attraversava la strada ed era troppo impegnato per fermarsi e soccorrere un cagnolino inerme, sono sicuro che i veterinari avrebbero fatto l’impossibile per salvarti. Tra l’altro il Codice della Strada prevede l’omissione di soccorso solo per le persone. Cani e gatti si possono investire e lasciarli esamini a terra.

    Hai barcollato per circa due ore in cerca di aiuto, fino a trovare il posto che ti si addiceva per Cadere: “davanti ai Soldati del Savoia Cavalleria”, come se tu sapessi che dopo aver reso servizio per un Militare, meritavi L’Onore delle Armi; si ONAR, per ciò che mi hai trasmesso, per ciò che eri, sei stato un Eroe e come loro le meriti. Eri piccolo, ma simpaticissimo, avevi un musino perfetto ed un visino d’Angelo, mi divertivo tantissimo a prenderti il muso tra le mani; e tu? Sebbene arrabbiato, mi abbaiavi, cercavi di mordermi, ma appena presa la mano, invece del morso, mi leccavi, erano i tuoi baci. La tua devozione verso di noi è stata impareggiabile. Ora che non ci sei più fisicamente, al mio rientro a casa non ti vedrò più venirmi incontro, abbaiando forsennatamente e saltando più di un grillo finché non ti salutassi con una carezze sulla testa e non potrò dimenticare, come quando ti accorgevi che era stata una giornata pesante e ti mettevi in disparte ad aspettare un mio cenno, finché ti dicessi: “cucciolino? Non vieni? Ed allora capivi che avevo bisogno del tuo aiuto morale e mi venivi incontro, mi guardavi come per dirmi: su dai non te la prendere, i problemi di vita si risolvono con la calma; avevi ragione caro mio: solo quello che è successo a te non è risolvibile. Purtroppo per capire certi valori, che noi uomini egoisticamente trascuriamo, ogni tanto bisogna soffrire.

    Dire che sei stato un ottimo cane da compagnia è riduttivo perché per me sei stato un figlio, per la famiglia sei stato l’amico fedele, il compagno di giochi e la nostra sentinella e che dire che eri diventato il punto di riferimento dei nuovi vicini di casa: Alessandro, Gabriele, Filippo, che quando ti mettevano il guinzaglio saltavi e scodinzolavi per poi camminare orgogliosamente accanto a loro; e poi andare a casa loro a prenderti il regalino. Ormai Filippo per te era di casa, dovevi per forza corrergli vicino appena rientrava a casa, per prenderti la meritata carezza. Sei stato un ottimo guardiano eri il campanello d’allarme e mi avevi insegnato a capire, attraverso il tuo abbaiare, cosa stesse succedendo.

    La tua dolce espressione è stata capace di far innamorare tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerti. Angela dice che eri testardo, difficilmente mollavi finché non riuscivi ad ottenere ciò che volevi; per te non c’erano limiti ed imposizioni, ciò che volevi lo conquistavi tenacemente.

    Da subito mi resi conto che non eri un cagnolino docile, tranquillo e di facile gestione da tenere in casa, perché eri un marpione vivace, pieno di energia e vitalità con un carattere forte, giocherellone ed amante della libertà, di converso, però, eri obbediente e, mannaggia a te, così saresti dovuto esserlo anche quando rimanevi solo, invece di saltare l’inferriata e scappare lungo la strada.

    Cuoricino mio, anche se in Chiesa non ci sei mai entrato, ti ho fatto Benedire dal Frate in occasione della celebrazione di Sant’Antonio Abate, tuo Santo Protettore e quindi per me sei stato Battezzato e, di converso, il PARADISO te lo sei guadagnato giorno per giorno; anche per questo, prego Dio affinché possa trovarti un posto alla Sua destra.

  • Ti prego ONAR ora che non mi scodinzoli più davanti, che non corri più nel prato verde, che non ti vedo più materialmente, perché stai scodinzolando nella vita eterna, in Paradiso, vigila su di noi ed intercedi verso Nostro Signore, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno. Non ti preoccupare se ci stai vedendo abbattuti ed a piangere di dolore, ciò è naturale, sei stato troppo importante, soprattutto per Benedetta, ma non fartene una colpa se piange per te; sei stato la sua salvezza, eri il suo fidanzato.

    ONAR, ora che sei lontano, ora che non sei più tra la vita terrena, nell’accogliere le nostre preghiere, fa in modo che in noi ritorni il sorriso e nel profondo del nostro cuore rimanga sempre vivo lo splendore di quell’estate felici trascorse insieme.

    Giovane cagnolino, la tua vita, sebbene brevissima, ci ha donato cinque anni intensi, trascorsi sempre insieme, anche in gita ed in eredità ci hai lasciato la tua allegria, il rispetto e la devozione, ci hai insegnato l’amore vero, quell’amore che in cambio non voleva beni materiali come gli uomini, ma solo una espressione di gioia, una carezza.

    Non portarti in cielo il rammarico delle volte che ti ho sgridato, che ti ho dato qualche schiaffetto, ora con le lacrime agli occhi ti confesso che mi dispiace immensamente, ma sappi che lo facevo per te, perché non volevo che scappassi verso la strada. Questa stramaledetta strada, dove le auto invece di camminare a 50 all’ora, come previsto, sfrecciano follemente ed io avevo paura che prima o poi avvenisse ciò che è successo.

    Però non pensare che tutte le persone sono come colui che ti ha abbandonato. Altri uomini, come gli amici giornalisti: Teletirreno, La Nazione ed il Tirreno, che attraverso le loro notizie, lette da autorevoli cittadini, tra i quali i Colleghi del Savoia ed il personale della Misericordia di Arcidosso, che, senza esimare spese, mi hanno avvertito consentendoci di poterti vedere e darti l’estremo saluto, oggi 10 giugno 2011, alle ore 1330.

    Sul tuo corpo ho pensato che non potrò mai amare un altro cane come ho fatto con te. Sei stato unico e tale rimarrai. Non ne capirei l’amore, l’allegria e la tenerezza. Per la tua presenza, per la tua dimostrazione di affetto e per la tua comprensione e vicinanza nei momenti di crisi esistenziali, ti ritenevo la reincarnazione di una persona cara, mandata dal Cielo per darci gioia e te ne sei andato giovanissimo come Lui, mio fratello Flavio, che a sei anni fu inghiottito dalle gelide acque di un laghetto, perciò penso che nessun altro possa prendere il tuo posto.

    Non voglio vantarmi troppo di te, perché se raccontassi come ci capivamo io e te a gesti e gemiti e come comprendevi cosa ti dicevo e facevi capire cosa volevi, non ci crederebbe nessuno e qualcuno potrebbe prendermi per pazzo oppure ritenere che avessi le capacità di San Francesco.

    Onar, non preoccuparti delle tue cose materiali, perché il collare, il guinzaglio, le ciotole ed i tuoi giochetti, diventeranno per me dei cimeli, di quelle morali ti prometto che ne farò una deontologia di vita.

    Cucciolone mio in attesa della resurrezione dei morti che verrà, ti prometto che nelle mie preghiere verso le persone Care, ci sarai anche tu.

    Onar!!! Ti vorrò sempre bene e non ti dimenticherò mai.

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